Come funzionano le tasse di una partita IVA?
Che tu sia un’aspirante partita IVA o che tu sia in proprio da diverso tempo se sei qui ti stai chiedendo come si calcolano le tasse di una partita IVA. Sei nel posto giusto!
Innanzitutto bisogna fare una grossa distinzione, esistono due regimi fiscali per le partite IVA: il regime forfettario ed il regime ordinario.
Partita IVA in regime forfettario
Il regime forfettario ha molte semplificazioni rispetto al regime ordinario ma non può essere scelta da tutti. Il primo requisito per accedere al regime forfettario è quello di non aver superato un fatturato di €65.000 nell’anno fiscale precedente. Inoltre, le spese sostenute per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori nell’anno fiscale precedente non devono aver superato i €20.000 euro lordi. Vi sono anche altre clausole più specifiche che è possibile leggere al seguente link dell’Agenzia delle Entrate
Regime Forfettario, Agenzia delle Entrate
La partita IVA in regime forfettario andrà a pagare, oltre all’IVA, l’IRPEF ed il contributo per la previdenza sociale. L’IRPEF verrà versata in ogni caso all’Agenzia delle Entrate. La contribuzione IRPEF va calcolata sul reddito imponibile. Ma cos’è il reddito imponibile?
Il reddito imponibile rappresenta una percentuale del fatturato annuo di attività. Tale percentuale varia in base al codice Ateco della propria attività, ovvero in base al tipo di attività (ad esempio commercio al dettaglio, artigiani, freelance etc.). Infocamere offre un servizio gratuito per l’individuazione del proprio codice Ateco
https://ateco.infocamere.it/ateq20/#!/home
Il tipo di attività determina il coefficiente di redditività che, moltiplicato per il fatturato annuo e sottraendo i contributi previdenziali, fa ottenere il reddito imponibile. Per esempio, uno studio di Psicologia (codice Ateco 86.90.3) ha un coefficiente di redditività del 78%. Nel caso il suo fatturato annuo sia di €50.000 si avrà un reddito imponibile pari a
78% × €50.000 = €39.000
a tale importo vanno sottratti i contributi previdenziali. Se ad esempio, ipotizziamo contributi previdenziali per €4.000, si otterrà alla fine un reddito imponibile di €35.000. L’aliquota IRPEF per il regime forfettario è pari al 15%, quindi il contributo IRPEF sarà pari a
15% × €35.000 = €5.250
Per i primi cinque anni dia attività alcune partite IVA posso ottenere un regime IRPEF agevolato al 5%. Ulteriori informazioni su queste agevolazioni al seguente link
Le agevolazioni per i soggetti che iniziano una nuova attività
Resta da capire come si calcolano i contributi previdenziali.
I contributi previdenziali vanno versati alla cassa del proprio ordine professionale, o, in caso di professionisti non afferenti ad alcun ordine professionale o commercianti e artigiani, all’INPS. L’aliquota varia in base alla cassa di appartenenza. Ad esempio, nel caso dell’ENPAPI, la cassa di riferimento degli infermieri, la contribuzione è pari al 16% del fatturato netto (al netto di spese, ovvero reddito lordo moltiplicato per coefficiente di redditività), più eventuali contributi integrativi.
Nel caso di gestione separata INPS, a cui fanno parte i professionisti senza cassa (ad esempio freelancer, web designer, etc.), il contributo sarà pari al 25,72% (nel 2021) del valore ottenuto moltiplicando il reddito lordo per il coefficiente di redditività. Ad esempio una partita IVA con una redditività pari al 67% ed un reddito lordo di €50.000 pagherà un contributo INPS pari a
67% × 25,72% × €50.000 = €8.616
Partita IVA in regime ordinario
In caso di regime ordinario cambia il calcolo del reddito imponibile, cambiano le aliquote IRPEF ed in più si aggiunge l’IRAP. Le meccaniche del calcolo dei contributi previdenziali saranno le stesse del regime ordinario.
Il reddito imponibile sarà pari al fatturato meno le spese sostenute nello stesso anno fiscale. Ad esempio un’attività con un fatturato nell’anno fiscale di €100.000 e spese per €45.000 avrà un reddito imponibile di
€100.000 - €45.000 = €55.000
Il regime ordinario è l’unica opzione per alcune partite IVA (ad esempio le partite IVA che hanno superato i €65.000 di fatturato), ma può essere preferito da chi ha alte spese anche in caso si possa accedere al regime forfettario.
Il reddito imponibile verrà usato per il calcolo dell’imposta IRPEF. Il calcolo in regime ordinario è più complesso e si basa sugli scaglioni pubblicati dall’Agenzia delle Entrate
Sullo stesso imponibile IRPEF verranno calcolati i contributi previdenziali, allo stesso modo di come spiegato per il regime forfettario.
Infine, l’IRAP. L’IRAP si calcola su di un imponibile diverso dal reddito netto mostrato prima, ma si basa sempre sulla logica di “ricavi meno costi”. Essa è una tassa che va nelle casse delle regioni (per la maggior parte) e anche se è in media pari al 3,90% può variare da regione a regione.